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 La Medicina moderna

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paoletta11marzo
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MessaggioTitolo: La Medicina moderna   La Medicina moderna Icon_minitimeSab Mag 17, 2008 6:32 pm

La Medicina moderna


La Medicina moderna, quindi, non può assolutamente prescindere da tutto un corredo di analisi cliniche e radiologiche, senza le quali la diagnosi non può essere che approssimativa e la cura acquista solo il senso di tentativo empirico. È la più grande facilità diagnostica, insieme con il progresso tecnico accentuato, che distingue la Medicina pratica contemporanea da quella del XIX secolo, che iniziò la grande rivoluzione tecnicistica.
Sul piano delle terapie mediche, le conquiste maggiori nel corso del Novecento riguardano la scoperta e l'entrata in uso degli antibiotici, per mezzo dei quali i medici sono riusciti a debellare la maggior parte delle malattie infettive e a cambiare radicalmente il decorso post-operatorio. Malattie una volta gravissime, e spesso causa di morte, come la polmonite, la setticemia strepto- e stafilococcica, il tifo, sono oggi praticamente scomparse, o comunque non rappresentano più problemi terapeutici. La polmonite franca è praticamente scomparsa, nella sua forma classica, e viene osservata ancora soltanto in forme fruste. Al debellamento delle malattie infettive ha energicamente collaborato anche la profilassi vaccinale; per mezzo di essa si è ridotta notevolmente l'incidenza della difterite e quella del tetano, molto più recentemente anche quella della poliomielite, che ha costituito fino agli anni Cinquanta una grave piaga sociale. Tra le malattie infettive praticamente debellate è da considerare anche la tubercolosi; ciò è avvenuto sia per l'organizzazione medico-sociale, sia per l'avvento di potenti antibiotici.
Negli ultimi decenni è andata poi sempre più perfezionandosi la terapia sostitutiva, rivolta a sostituire in un soggetto, per qualsiasi motivo rimastone privo, fattori di grande importanza fisiologica. Appartengono a questo indirizzo la terapia insulinica del diabete, come pure le varie cure ormonali di malattie endocrine. Grandi progressi sono stati compiuti anche nella Farmacologia del dolore, con la scoperta di analgesici e anestetici sempre più potenti.
Un campo di grandissime promesse è quello dei neuro- o psicofarmaci. Sono state descritte, da questo punto di vista, diverse sostanze sintetiche capaci di influire sul metabolismo del sistema nervoso e di modificare le reazioni psichiche. Appartengono a questo gruppo i cosiddetti 'tranquillanti', che sono di valido aiuto nella cura degli stati ansiosi, sempre più frequenti in un mondo così travagliato e in una vita così complicata come quella moderna.
Grandi scoperte dei primi anni del Novecento, nel campo della terapia, sono state anche le vitamine. Per mezzo di esse si possono correggere malattie carenziali che una volta erano assai diffuse. La pellagra, per esempio, è praticamente scomparsa, e lo stesso dicasi del 'beri-beri', una volta molto frequente, specialmente in certe zone del mondo.
La scoperta del DDT ha poi portato alla forte diminuzione della malaria e di un gran numero di malattie trasmesse da Insetti: va tenuto conto però della tossicità di questo e di altri insetticidi.
La possibilità di controllare la maggior parte delle malattie infettive (a parte alcune di quelle virali, come l'epatite) e i nuovi presidi igienico-terapeutici hanno portato a un notevole allungamento, nei paesi socialmente sviluppati, della durata media della vita. Ciò ha determinato la presenza nella società di un gran numero di persone anziane, che hanno bisogno di particolari cure.
Sul piano medico, ciò ha provocato lo sviluppo della Gerontologia e della Geriatria, che sono le 'medicine' dell'anziano. È evidente come la durata della vita, così allungata, si unisca al naturale incremento demografico nel costituire uno dei più grandi problemi del mondo attuale, e cioè un aumento sostenuto della popolazione.
Gli ultimi anni del Novecento hanno anche costituito il periodo di maggior sviluppo tecnico nell'ambito della Chirurgia. Oggi vengono eseguiti, con mortalità relativamente bassa, interventi una volta impensabili. Tra i rami della Chirurgia che hanno ottenuto i progressi maggiori, sono da ricordare la Cardiochirurgia, la Pneumochirurgia e la Neurochirurgia. Gli ultimi decenni hanno visto anche l'affermarsi delle tecniche di trapianto di vari organi. Mentre fino a pochi decenni or sono ci si limitava ai trapianti di pelle o di osso, sempre nell'ambito dello stesso individuo (autotrapianti), e mentre di trapianti nell'ambito della stessa specie (isotrapianti) non venivano praticati estensivamente che quelli di globuli rossi (trasfusioni), oggi molti chirurghi si occupano del trapianto di organi vitali, come il cuore, i reni, il fegato o i polmoni.
I risultati sono positivi grazie anche alla messa a punto di farmaci sempre più efficaci contro il rigetto. Rigetto che anche oggi è difficile prevedere se potrà essere definitivamente controllato.
È possibile, però, che quello dei trapianti sia un campo che potrà divenire assai utile in un futuro in cui l'Immunologia o la Farmacologia siano riuscite a trovare metodi per controllare il rigetto stesso. È difficile, però, prevedere oggi se ciò sarà mai possibile, giacché il rigetto è un mezzo naturale di difesa degli organismi contro l'intrusione di ospiti estranei.
È più probabile, invece, che in un domani più o meno prossimo si riesca a prevenire il rigetto attraverso una scelta più oculata dei donatori. Ciò viene fatto di routine nel caso dei globuli rossi, con la tecnica della tipizzazione; è possibile che si riescano a tipizzare meglio anche gli organi da trapiantare attraverso uno studio approfondito dei loro antigeni. La Statistica, però, insegna che è estremamente difficile trovare organi della stessa composizione antigenica, a meno che non si abbia a che fare con due gemelli identici (monocoriali), nati dalla duplicazione di un solo ovulo, fecondato da un unico spermatozoo.
Il mondo moderno non ha portato soltanto alla scomparsa o alla riduzione di alcune malattie; esso ne ha generate anche di nuove. Appartengono a questo gruppo, soprattutto, le malattie professionali, in rapporto, cioè, con determinate professioni. Per citare le più comuni e diffuse, si possono ricordare la silicosi dei minatori, degli stradini, degli scalpellini, degli smerigliatori; i tumori vescicali dei lavoratori dell'industria dei coloranti; la siderosi degli operai siderurgici; l'asbestosi dei lavoratori delle miniere di amianto; il saturnismo dei lavoratori del piombo; l'idrargirismo dei minatori delle miniere di mercurio; e molte altre. La vita convulsa delle città ha portato a un aumento considerevole delle malattie nervose e soprattutto delle alterazioni dell'umore e del carattere. L'ansia è la malattia nervosa più attuale e diffusa.
Altro grave problema medico degli ultimi tempi è il progressivo aumento degli incidenti, e soprattutto di quelli automobilistici e aerei, causati da un traffico sempre più veloce e disordinato.
I grandi problemi della Medicina, ancora irrisolti e anzi sempre più statisticamente importanti, anche per la diminuzione dell'incidenza degli altri, sono quelli delle malattie cardiovascolari e del cancro, che rappresentano oggi le maggiori cause di morte dell'adulto.
L'aterosclerosi, che appare come un futuro ineluttabile per ciascuno di noi, e che comincia a manifestare i primissimi segni già durante l'adolescenza, per esplodere in modo clinico verso la cinquantina, ci sfugge ancor oggi nelle sue cause. Al suo fatale incedere collaborano certamente anche il tipo di alimentazione e le preoccupazioni continue della vita di ognuno. L'altro grande pericolo, ancora non domato, è il cancro. Oggi si sono fatti dei notevoli passi avanti nella sua conoscenza, e anche nella sua terapia, attraverso la scoperta dei citostatici e soprattutto attraverso il progresso delle tecniche chirurgiche. È possibile che la meta non sia lontana.
Dal punto di vista della concezione generale, la Medicina ha cambiato certamente obiettivi e fisionomia nel corso degli anni.
Al principio della vis medicatrix naturae ippocratico si sono aggiunti, fino a oscurarlo, i progressi della tecnica, per mezzo dei quali si riesce spesso a far violenza alla natura e a modificarla.
Il medico, che aveva un tempo soprattutto la funzione di un aiutante della natura e di un consolatore, è diventato un tecnico del corpo umano.
La cosa ha i suoi pericoli, perché l'ammalato ha ancora bisogno di fiducia e di consolazione.
L'avvenire della Medicina, specialmente sul piano etico, sta molto nel rapporto quantitativo fra questi due aspetti della missione del medico, il quale sarà compiutamente tale soltanto se non dimenticherà del tutto quanto Ippocrate insegnava più di due millenni fa.
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